Montemurro fu protagonista delle vicende che portarono all’Unità d’Italia nel 1861 grazie all’opera del patriota Giacinto Albini, definito da Francesco Crispi il “Mazzini lucano”.
Albini nacque a Napoli il 24 marzo del 1821. Il padre Gaetano esercitò la professione medica a Montemurro e il figlio trascorse la prima giovinezza sotto la guida di insegnanti privati. Dopo essersi laureato in legge nel 1843 all’Università di Napoli, nel 1845 conseguì una seconda laurea in lettere. Non esercitò mai la professione di avvocato e alternò i suoi interessi tra la poesia e l’insegnamento, pubblicando un libro di versi dal titolo “Ore poetiche”.
Convinto antiborbonico, aderì alla Carboneria, e nel 1848 si fece promotore e fondatore di un “Circolo Costituzionale” a Montemurro per la concessione di una costituzione al Regno delle Due Sicilie. I tristi avvenimenti di quegli anni lo fecero diventare il più audace mazziniano del Mezzogiorno. Teso unicamente all’Unità d’Italia, decise di contrapporsi ai monarchi borbonici e nel 1850 fondò, sempre a Montemurro, un comitato antiborbonico di stampo repubblicano. Nel 1860, dopo dodici anni di aspirazioni e cospirazioni, prima a Montemurro (il 14 agosto), poi a Corleto Perticara (il 16 agosto) e a Potenza (il 18 agosto), i rivoluzionari lucani con Giacinto Albini furono fautori dell’insurrezione della Basilicata contro i Borbone. Fu così la prima regione meridionale continentale ad annettersi al Regno di Sardegna.
Il Comune di Montemurro gli dedica una lapide, dettata nel 1885 dal senatore Giacomo Racioppi. Il monumento, inaugurato nel 1921, si trova nella piazza a lui intitolata.