Gli undici comuni di CuoreBasilicata, seppur diversi tra loro, hanno certamente una caratteristica comune: rientrano tutti nell’area del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, da considerarsi tra i parchi più recenti, anche se non più così giovane con i suoi 16 anni. Un territorio molto vasto che comprende al suo interno una moltitudine di qualità e tratti distintivi differenti sotto ogni punto di vista. Cercheremo oggi di conoscerlo un po’ meglio e capire soprattutto come il Parco può diventare una risorsa per i nostri territori anche in ambito turistico, grazie ad Antonio Rubino, da poco eletto Presidente della Comunità del Parco.
Sono 29 i comuni che rientrano nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese: Abriola, Anzi, Armento, Brienza, Calvello, Carbone, Castelsaraceno, Gallicchio, Grumento Nova, Lagonegro, Laurenzana, Lauria, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Moliterno, Montemurro, Nemoli, Paterno, Pignola, Rivello, San Chirico Raparo, San Martino d’Agri, Sarconi, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Spinoso, Tito, Tramutola e Viggiano. La Comunità del Parco è formata dai 29 sindaci che eleggono un loro rappresentante che si va ad affiancare al Presidente della Giunta Regionale Vito Bardi e al Presidente della Giunta Provinciale di Potenza Christian Giordano.
Ci aiuta a comprendere quali sono le funzioni della sua nuova carica?
«il ruolo di Presidente della Comunità del Parco è quello di essere portavoce dei 29 Comuni citati poco fa e rappresentare l‘interfaccia del Parco verso il territorio e anche del territorio verso il Parco. Quindi il Presidente della Comunità, oltre a essere concretamente colui che deve provare a fare da intermediario tra le due parti, è anche colui che deve manifestare quelle che sono le esigenze dei cittadini così da sollecitare nella giusta direzione le funzioni del Parco».
Quali sono i punti di forza del territorio su cui investire a livello turistico?
«Le prospettive turistiche per la valorizzazione del territorio hanno tantissimi punti di forza, in primo luogo il turismo lento esperienziale legato soprattutto alle bellezze naturali ed ambientali, si pensi per esempio alla Montagna Grande di Viggiano e al Monte Sirino per quanto riguarda il turismo invernale, al lago del Pertusillo, alla bellezza dei nostri paesaggi, i cammini e i sentieri, tutta una serie di grandissime risorse che questo territorio ha. Inoltre, il nostro Parco si estende su di un territorio così vasto da arrivare ai confini con Maratea, aprendo in questo modo la possibilità di approcciarsi anche ad un percorso verso le bellezze della Costa tirrenica».
«Su questo si inserisce inoltre la ricchezza dei prodotti tipici locali, che sono diversi e tutti considerati davvero prodotti d’eccezione, come il Canestrato di Moliterno IGP, il fagiolo di Sarconi IGP o il prosciutto di Marsicovetere, che rappresentano un unicum sul territorio perché si tratta di produzioni di eccellenza, su cui al giorno d’oggi c’è molta attenzione e che sono molto richieste. Questi straordinari prodotti possono rappresentare in chiave turistica davvero un grande attrattore al pari delle bellezze artistiche e architettoniche, tra cui menzioniamo la rete museale MAM di Moliterno e il Parco Archeologico di Grumentum, così come tutte le bellezze dei nostri centri storici».
Come ci si sta muovendo concretamente affinché possa avvenire la valorizzazione e la promozione di quanto detto fin ora?
«Di recente c’è un’iniziativa che si chiama “Il Parco c’è” che si propone di promuovere le attività svolte da alcuni dei 29 comuni; si tratta di un’iniziativa potenzialmente valida ma che deve sicuramente spingere adesso sull’acceleratore per concretizzare i primi risultati e ci auguriamo che questo possa avvenire».
«Al di là di questo, in questo momento il Parco ha delle difficoltà nella struttura burocratica, con diversi finanziamenti bloccati che purtroppo, per i problemi di gestione interna, rimangono fermi. Le prospettive concrete per fare promozione turistica quindi si fermano perché sono bloccate dalla gestione burocratica dell’Ente, aspetto che deve essere sicuramente oggetto di un miglioramento. Di recente ho scritto al Ministero dell’Ambiente a nome dei sindaci della Comunità del Parco perché dovrebbe nominare il Direttore del Parco che al momento non è in pianta stabile all’interno dell’Ente».
Quali sono i progetti su cui si potrebbe investire in futuro?
«Quello che il Parco può fare dal punto di vista della promozione e della valorizzazione del territorio è innanzitutto creare un’etichetta con i prodotti tipici del Parco e creare la possibilità di poter vendere, soprattutto su scala internazionale, pacchetti turistici che prevedano l’accoglienza all’interno del Parco. Bisogna senz’altro ricordare che molti Parchi Nazionali hanno avuto una fase di avvio e di rodaggio abbastanza lunga e anche il nostro probabilmente l’ha vissuta, ma adesso dovrebbe smuoversi e far sì che ci siano delle novità. Quello che io proverò a fare nei prossimi mesi è smuovere la struttura burocratica affinché il Parco torni a funzionare».
Fonte immagine di copertina: Carol Fera
Fonte immagine nel testo: Archivio Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri – Lagonegrese