La Val d’Agri è a tutti gli effetti la “Terra dell’Energia” per la presenza del più grande giacimento petrolifero europeo su terraferma, ma pochi sono a conoscenza del fatto che a Tramutola, negli anni ‘30 e nuovamente negli anni ‘50, prima l’AGIP mineraria e poi l’ENI perforarono 48 pozzi, estraendo e utilizzando gas metano e petrolio. Alcuni dei pozzi non chiusi portarono in superficie acqua mista a petrolio (caso abbastanza raro nel mondo) ed acqua calda a 32° C contenente discrete percentuali di gas.
Ancora oggi, in località Caolo a pochi passi dall’Acquapark Val d’Agri, in un meraviglioso contesto naturalistico, è possibile assistere a un insolito e sorprendente fenomeno naturale: affioramenti di acqua mista a petrolio che sgorgano in maniera incessante fin dall’antichità (le prime attestazioni risalgono all’Ottocento). Inoltre, nelle vicinanze un prototipo di un’area pozzo degli anni ‘30 mostra al visitatore un’antica torre di perforazione.
Incastonata nella roccia di Caolo, vi è poi una centrale idroelettrica risalente al secondo decennio del secolo scorso (1924), costruita sfruttando una vicina sorgente con una portata di oltre mille litri di acqua al secondo, a tutt’oggi in pieno funzionamento. La centrale costituisce un mirabile esempio di fonte di energia rinnovabile ed essa, insieme agli affioramenti naturali di idrocarburi, rappresentano le tappe obbligate per un’interessante passeggiata nel contesto storico e naturalistico del territorio tramutolese.