NotizieTradizioni e folclore A Viggiano la Rassegna Nazionale di musiche e canti folklorici e etnici

Si è tenuta a Viggiano, organizzata dal Gruppo Folk “Lu Chicchirichì” in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e con la Federazione Italiana Tradizioni Popolari, la manifestazione “Madri e Padri del Folklore” e “Rassegna di musiche e canti folklorici ed etnici“, una due giorni che si inserisce all’interno di un contesto di valorizzazione e riscoperta della tradizione musicale etnica e popolare. Il folklore, spesso guardato con distacco e come anacronistico e lontano dalla realtà, torna invece ad assumere il suo significato più autentico, ovvero quello di raccontare la storia e l’identità di un popolo. Lo fa nella cornice di Viggiano,  paese che può vantare un’importantissima tradizione musicale. Il sindaco Cicala ha espresso soddisfazione e orgoglio, credendo fermamente che solo attraverso la conoscenza e la riscoperta delle tradizioni popolari sarà possibile porre solide basi per il futuro della comunità. A raccontarci questa bellissima esperienza vissuta è Rocco Nigro, del Gruppo Folk “Lu Chicchirichì”.

 

Come filo conduttore dei diversi eventi della manifestazione abbiamo il folklore: quale ruolo possiamo attribuirgli oggigiorno, in particolare nella realtà di Viggiano ?

«Se in passato il ruolo del gruppo folk è stato soprattutto conservare e preservare la “storia del popolo”, se non addirittura recuperarla, oggi il mondo del folklore si pone l’obiettivo di valorizzare e quasi riabilitare quella che a tutti gli effetti è cultura: la cultura popolare. Per farlo, la F.I.T.P. (Federazione Italiana Tradizioni Popolari) ricorre al supporto della consulta scientifica, organo composto da antropologi, etnomusicologi e altri esperti delle tematiche in questione, pronti a supportare e consigliare i gruppi affiliati. Inoltre, in occorrenza delle manifestazioni di carattere nazionale, la federazione organizza seminari tematici. Senza contare il valore sociale di un’associazione come quella del gruppo folk di Viggiano,  che mette insieme persone di ogni estrazione ed età, dai 3 anni agli 80 e oltre, in cui ognuno può giovare della presenza, delle esperienze o delle abilità dell’altro.»

 

Qual è l’origine di queste due giornate e a chi dobbiamo la loro organizzazione?

«La “Rassegna di musiche e canti folklorici ed etnici” è una delle tre manifestazioni di carattere nazionale che la F.I.T.P. organizza annualmente (insieme a “Il fanciullo e il folklore” e “Italia e Regioni”), di volta in volta in luoghi diversi in giro per l’Italia. Mai nessuna di queste importanti manifestazioni si è tenuta in Basilicata. È stato quindi un grande onore poter ospitare questa due giorni, dopo aver fatto un’ottima impressione alla giunta nazionale (tenutasi nel nostro paese in occasione del 50esimo anniversario dalla nascita del gruppo folk viggianese Lu Chicchirichì, nel 2023). In tal senso, fondamentale è stato il supporto dell’amministrazione comunale, che ha creduto nell’iniziativa formalizzando la volontà di ospitare l’evento, e l’impegno del presidente del gruppo folk Giuliano Ierardi, assessore nazionale per la F.I.T.P.»

 

Chi sono stati i partecipanti?

«Alla manifestazione potevano partecipare gruppi iscritti alla Federazione provenienti da tutta Italia. Sono arrivati a Viggiano gruppi dalla Lombardia, dal Molise, dal Lazio, dalla Calabria, dalla Sicilia e ovviamente dalla Basilicata (Lavello e Calvello). Da qualche anno a questa parte, alla categoria “musiche e canti folklorici” si è aggiunta la categoria “musiche e canti etnici”».

 

 Abbiamo visto che la due giorni si è svolta seguendo un ricco e fitto programma, che non prevedeva solamente la rassegna musicale: vogliamo entrare nel dettaglio?

«Da diversi anni ormai, alla “Rassegna di musiche e canti folklorici e etnici” si è affiancata la serata di gala “Madri e Padri del Folklore”. Un riconoscimento assegnato a personalità benemerite della FITP, solitamente persone che hanno speso molto tempo nella riscoperta, salvaguardia, studio e valorizzazione della cultura e delle tradizioni popolari. È stato stupendo vedere il teatro gremito e penso lo sia stato per tutti i 9 premiati, ma soprattutto per Giuseppe Stella, per tutti Peppe, membro storico de “Lu Chicchirichì”, musicista e co-autore di molte canzoni, che ha ricevuto questo prezioso riconoscimento proprio nel teatro del suo paese, alla presenza della sua famiglia e dei suoi amici. »

 

La prima giornata si è svolta l’8 marzo, giornata particolarmente significativa e non casuale. Quali eventi del programma sono stati pensati  in relazione alla figura femminile?

«Dal momento che la serata si è svolta in concomitanza della Giornata Internazionale della Donna, si è scelto di accompagnare la cerimonia con eventi di arte, cultura e spettacolo rappresentativi di Viggiano e del territorio lucano, ma eseguiti e dedicati alla figura femminile. Per l’occasione, infatti, i presenti hanno potuto godere del duo femminile di arpa del gruppo folk Lu Chicchirichì e del coro femminile che ha eseguito due brani nazionali di pura emancipazione: “La lega (sebben che siamo donne)” e “Bella Ciao delle Mondine”. Ma non ci si è fermati a questo: è stato, inoltre, indetto un concorso poi presentato come mostra fotografica dal titolo “Donne. Tradizioni e antichi saperi”, che contava 19 foto in gara, più altre 15 fuori gara.»

 

 

Quali sono stati altri momenti particolarmente significativi in questa due giorni?

«Non c’è manifestazione senza seminario-dibattito, e sarebbe stato impossibile a Viggiano, città di Maria, non affrontare il tema del sacro. Sabato mattina, infatti, presso il teatro comunale F. Miggiano, si è tenuto l’incontro dal tema “Canti di devozione. Percorsi tra etnomusicologia e religiosità popolare”. Dopo i saluti del presidente Ierardi, è stata proprio la più alta carica nazionale – il presidente Gerardo Bonifati – a moderare gli interventi della Prof.ssa Fulvia Caruso (presidente della consulta scientifica e docente di Etnomusicologia presso l’Università di Pavia), del Prof. Enzo Vinicio Alliegro (docente di Discipline Demo-etnoantropologiche del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli) e del Prof. Nicola Di Lecce (studioso di Demo-etnoantropologia ed etnomusicologo). Ospiti tra il pubblico anche diversi ragazzi delle scuole: una classe dell’Istituto Comprensivo, una del Liceo Classico e una del Liceo Psicopedagogico, che prontamente hanno risposto all’invito del presidente Ierardi. Al termine del seminario, per i componenti dei gruppi arrivati da tutta Italia è stato possibile visitare il centro storico di Viggiano, accompagnati dalle operatrici del progetto Viggiano Turismo

Come si è conclusa la rassegna?

«Il premio per la miglior canzone folkloristica è stato assegnato dalla giuria al gruppo siciliano “I figli dell’Etna”. La serata ha continuato a regalarci grandi soddisfazioni quando a Egidio Tucci, ciaramella e zampogna degli Amarimai, è stato conferito il premio Santino Merrino” come miglior musicista, per la categoria musica etnica; il gruppo “Kantara” di Marsico Nuovo, si è aggiudicato il premio assoluto come miglior canzone etnica

 

Qual è stata la partecipazione riscontrata nelle manifestazioni?

«Visto il numero di partecipanti e di spettatori, la serata si è svolta presso il Palavejanum Pietro Mennea. Siamo molto soddisfatti della partecipazione che c’è stata, abbiamo avuto il piacere di ospitare la giunta della FITP quasi al completo, a dimostrazione della fiducia e della stima di tutto il movimento nei confronti del gruppo folk viggianese, sempre presente alle manifestazioni nazionali, e dell’ottimo lavoro svolto dal presidente Ierardi. Per quanto riguarda il pubblico, non avevamo molti dubbi: Viggiano e la Val d’Agri riservano sempre grande affetto alle manifestazioni folkloristiche, prova ne sono le piazze sempre piene per i vari festival estivi. Sorprendente è stata la partecipazione dei gruppi musicali, ben 9 gruppi folkloristici e 6 gruppi etnici, per un totale di 15 brani: numeri mai raggiunti nelle precedenti edizioni!»

 

Alla luce di tutto ciò che è stato detto, due bellissime giornate all’insegna della musica e della cultura che sicuramente hanno lasciato un segno. Quale insegnamento va tratto da questo evento, come messaggio da trasmettere?

«Siamo estremamente felici di aver dato la possibilità ad artisti della val d’Agri e della Basilicata di confrontarsi con realtà provenienti da tutta Italia e di essere valutati da una giuria composta da elementi preparati e qualificati: ciò dà ancora più valore ai riconoscimenti ottenuti. Alla fine di entrambe le serate non sono mancati momenti di convivialità tra tutti i partecipanti al suono di organetti, fisarmoniche e tamburelli, tutti in un’unica orchestra: si è finiti per passare da una canzone all’altra, da un capo all’altro dell’Italia. Momenti di vero confronto e scambio, dove in pochi istanti la diversità diventa ricchezza e integrazione. Quei momenti che più ci piace vivere e ricordare, aspettando nuove occasioni per incontrarci e crearne altri».

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A Viggiano la Rassegna Nazionale di musiche e canti folklorici e etnici

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