Notizie Anche la Val d’Agri presente all’EXPO 2024 del Made in Basilicata

Si è da poco conclusa, nella suggestiva cornice di Matera, la terza edizione di “Fucina Madre”, un progetto di valorizzazione e promozione turistica dell’APT Basilicata, che individua e mette insieme due attori principali: i luoghi dell’artigianato e del design come destinazione turistico-culturale e gli artigiani come veri e propri animatori, guide, “influencer” e promotori di un nuovo modello di turismo sostenibile. I visitatori, oltre a toccare con mano le creazioni artigianali, hanno avuto così la possibilità di incontrare da vicino gli artigiani e i designer e catapultarsi interamente nel loro mondo, grazie ai diversi eventi, alle visite guidate e ai laboratori organizzati in occasione della cinque giorni. Tra i numerosi partecipanti, provenienti da tutta la regione, troviamo Rocco Albano, unico rappresentante del territorio della Val d’Agri, che ci porta a conoscere la sua arte.

Partiamo dalle presentazioni

«Sono Rocco Albano, artigiano del settore pelletteria con la mia attività “Aris La Pelle” a  Villa d’Agri. Tutto ciò che facciamo è realizzato a mano, passo per passo, cucitura dopo cucitura, e su ognuna di esse c’è un po’ di Basilicata, che portiamo in giro sia a livello nazionale che internazionale! Siamo molto orgogliosi di far conoscere altrove la nostra terra e l’eccellenza dell’artigianalità italiana, il vero Made in Italy, che è ciò che contraddistingue ancora il nostro Paese!»

Questa presenza del territorio, come si ritrova poi nel prodotto finale, quindi in che modo il territorio influenza l’artigianalità?

«Innanzitutto, vorrei dire che chiaramente il mio non è un lavoro con vocazione artigianale lucana, in quanto la maestranza della lavorazione delle pelli non rientra nella tradizione storica del luogo, ma nasce innanzitutto dalla mia passione per la moda. Il territorio ci lega e si ritrova nel prodotto perché ci aiuta nella costante ricerca di nuove tendenze, con idee che nascono dall’osservazione e comprensione del nostro territorio e delle persone che ci circondano.»

C’è un esempio in particolare?

Il primo che mi viene in mente è un accessorio, lo zaino goccia! Creato ispirandoci a Matera, visto che il simbolo che la rappresenta è appunto la goccia. Abbiamo così realizzato questo particolare zaino antirapina a forma di goccia, ispirato dal territorio, molto identitario. Anche a livello di capispalla abbiamo qualche influenza diretta tra il territorio e la creazione, in questo caso derivata dalle nostre figure religiose, spaziando quindi dal sacro al profano!

Vista la cura, l’ispirazione e il tempo necessario alla realizzazione di queste creazioni, che ruolo e soprattutto che valore ha l’artigianalità al giorno d’oggi?

«In un momento storico particolare come quello che stiamo vivendo, di crisi economica ma anche sociale e d’identità, invitiamo sempre più le persone ad esprimersi per ciò che si è, essere unici e non omologarsi alla massa o ai canoni che questa società ci impone. Siamo un po’ sommersi da questo fast fashion, che attira per il prezzo ma che non garantisce qualità né unicità, senza parlare poi delle condizioni di lavoro presenti in questo tipo di industrie. Noi artigiani cerchiamo sempre più di invitare le nuove leve, il nuovo ricambio generazionale, crearsi un capo unico e lavorare su numeri limitati! Una giacca di pelle è oggi un oggetto di design, da tramandare perché è durevole negli anni, ma al momento la gente, nella maggior parte dei casi, vede solo il prezzo; siamo sempre e solo noi a dare il valore alle cose purtroppo. Oggi siamo un po’ succubi della società consumistica, che vuole acquisti di capi da usare poco e buttare subito, mentre la teoria che ci ha sempre premiati fino ad ora è quella di puntare ad acquistare prodotti buoni e duraturi nel tempo

Parlando di qualità e durata nel tempo, cosa possiamo dire sull’impatto ambientale e sulla sostenibilità delle sue creazioni?

«Sostenibilità oggi è un termine che si utilizza molto spesso ma a cui forse si dà poco valore. La pelle nasce originariamente come scarto alimentare, l’essere umano già secoli e secoli fa, anziché farla diventare rifiuto, ha iniziato questa trasformazione per poi utilizzarla col tempo nel settore moda. Quando si lavorano pelli ovine, caprine e bovine, le si concia con le tecniche regolamentari e si ottengono poi prodotti di pregiata fattura come accessori, calzature, borse e giacche, non si va ad impattare troppo sull’ambiente, come fanno invece i derivati del petrolio (per realizzare ecopelle, pelle vegana e simili) e, secondo me, è questa la vera sostenibilità. È sempre stato un prodotto naturale! Se davvero si parla di sostenibilità, bisogna fare meno confusione ed essere più chiari nel mandare messaggi. Invito tutti a dare più valore alle fibre naturali, non solo la pelle ma tutte le fibre utilizzate nell’abbigliamento, sia animali che vegetali, e non alle fibre sintetiche create dall’industria chimica.»

Sempre parlando di sostenibilità, la manifestazione si chiede anche se è possibile creare questo nuovo modello di turismo sostenibile attraverso l’artigianato, quindi creare dei punti di interesse che possano generare turismo. Che cosa ne pensa?

Sicuramente ogni artigiano che ha un’attività parte dalla propria identità territoriale. La prima cosa è dare valore alle radici da cui il lavoro viene concepito. Giocare sul nostro prodotto per veicolare un nuovo tipo di turismo ed esaltare il nostro territorio è, secondo me, un connubio perfetto, perché noi realizziamo e vendiamo un prodotto lucano e teniamo particolarmente al racconto di questa bellissima terra. Secondo me il progetto di Fucina Madre di associare la promozione del territorio con il saper fare di noi artigiani è molto interessante e funzionale, anzi, dovrebbero essere presenti più format di manifestazioni del genere perché legano la sapienza artigianale lucana e il territorio, in questo caso puntando su un luogo simbolo come Matera, che tutti hanno imparato a conoscere ed apprezzare e che al momento più ci rappresenta. Però ci tengo a dire che ogni angolo della Basilicata è bello e merita di essere scoperto, come la nostra Val d’Agri e ognuno dei 131 comuni nella nostra regione.

 Quali contenuti concreti avete portato e presentato al pubblico in questi giorni di manifestazione?

«Il nostro impegno quotidiano è quello di puntare sul futuro, sulla ricerca, sull‘innovazione per realizzare progetti prestigiosi e soprattutto per portare la qualità della moda italiana e dell’artigianalità lucana in tutto il mondo. Cerchiamo di divulgare tutto ciò con i nostri workshop, nel racconto di ogni dettaglio di mestieri e tradizioni, in un percorso che parte dalle mani di noi artigiani per arrivare fino alle mani dei clienti finali. Questo è il concetto che diffondiamo nei diversi laboratori, seminari e workshop durante la manifestazione.»

In conclusione, cosa rappresenta per lei e per il suo brand la partecipazione a questa edizione di Fucina Madre e che riscontro può avere nel futuro immediato e/o a lungo termine?

«Siccome siamo giunti alla terza edizione, posso dire che già le prime due hanno avuto un buon esito. Abbiamo avvicinato molte persone al concetto del prodotto artigianale, questo souvenir che lega la storia del passato a quella di oggi. Ritengo sia un ottimo modo per divulgare il nostro quotidiano e far conoscere i nostri prodotti con l’aiuto dell’APT, colonna portante che lega indissolubilmente la promozione del territorio ai prodotti che realizziamo. Cerchiamo così di continuare in questo progetto nato sei anni fa con gli stessi artieri. Siamo 40 artieri, artigiani della Lucania, designer e maker. Sicuramente si può crescere ancora di più, attuando piattaforme online per creare così una presenza costante tutto l’anno. C’è già un progetto in elaborazione, abbiamo parlato con la dottoressa Palmarosa Fuccella, e con il Direttore Generale Antonio Nicoletti, per poter far continuare questo format rappresentativo dell’artigianalità, concetto che oggi abbiamo difficoltà a far percepire alla vasta platea perché siamo circondati dal commerciale, con ben poco di artigianale. Per tutti questi motivi il bilancio della manifestazione è certamente positivo sotto tutti gli aspetti!»

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