Una grande notizia mette in luce ancora una volta i nostri territori, un grande passo che ci spinge sempre di più a credere nel forte potenziale di questi luoghi: Maratea e Moliterno, unite, tra le 10 finaliste che si contenderanno il titolo di Capitale della Cultura 2026! Oltre a gioire e continuare a fare il tifo, abbiamo voluto ascoltare in merito la testimonianza del Sindaco di Moliterno, Antonio Rubino.
- Com’è nata l’idea iniziale della candidatura?
«Moliterno, negli ultimi tre anni, ha cercato di puntare su una vocazione particolare, quella culturale, che rappresenta davvero un tratto identitario della nostra comunità, per quello che è stato Moliterno soprattutto nell’Ottocento e per quello che ha rappresentato e rappresenta nella Val d’Agri e nell’intera Basilicata a livello culturale. Per i suoi uomini illustri, per quello che è accaduto qui nel corso dei secoli, ma anche per quelle che sono le testimonianze archeologiche e artistiche che sono presenti sul territorio, da beni culturali come il Castello, la Bibliomediateca G. Racioppi, davvero unica nel suo genere su tutto il panorama Lucano, la Rete Museale MAM; tutti elementi che fanno di Moliterno un paese con una vocazione culturale importante, attorno alla quale poter costruire anche dei percorsi di sviluppo, perché la vera scommessa è esattamente quella: far sì che una vocazione migliori la reputazione di una comunità, ne migliori l’identità, la consapevolezza, ma dia anche la possibilità di creare occasioni di sviluppo sul territorio. Attorno a questo abbiamo costruito un programma nel corso di questi tre anni, sfociato poi nell’idea di provare ad avere un riconoscimento per questa azione. Abbiamo puntato così a quello più importante, la Capitale Italiana della Cultura. »
- Come si è arrivati alla successiva unione con Maratea?
«Quando sono usciti i nominativi delle candidature ufficiali presentate, abbiamo visto che, oltre a Moliterno, c’erano anche altri comuni lucani, tra cui Maratea. Maratea è stata scelta per prossimità geografica, ma anche culturale: basti pensare che il maggiore artista di Maratea, Angelo Brando, era un allievo di Michele Tedesco, moliternese. Da questo connubio è così nata una grande idea che è anche un grande messaggio politico e culturale: in Basilicata bisogna unire, non più disgregare. Non più dividere, quindi superare i campanili, superare la rivalità e mettersi insieme in questa sfida. Quando ciò è stato proposto a Maratea, è stato subito accolto e siamo partiti insieme. Dal momento che non era possibile però unire le due candidature, ma una delle due avrebbe dovuto fare un passo indietro per presentare un unico dossier di candidatura, abbiamo riconosciuto a Maratea il ruolo di capofila, scrivendo il dossier insieme ma lasciando l’etichetta di Maratea.»
- Perché il tema scelto “Il futuro parte da un viaggio millenario”?
«Le due città gemelle vanno verso il futuro e partono da un viaggio millenario, che ha le sue radici nell’antichità. È il tema principale della candidatura perché la scommessa è proprio quella di innovare una grande storia, quindi partire dalla tradizione, dalla nostra storia, dalla nostra identità, ma costruire percorsi di modernità e di futuro.»
- Quali sono i punti di forza del progetto presentato?
«I punti di forza del progetto sono proprio questi citati poco fa; innanzitutto la capacità di lanciare un grande messaggio di unione, che non è solo la sintesi di due proposte progettuali, ma è la sintesi di due territori: la montagna e il mare. Moliterno come porta d’ingresso dalle aree interne verso la costa, quindi anche qui troviamo contatti millenari lungo le vie della transumanza, dei commerci, ma anche percorsi culturali. Moliterno e Maratea diventano così emblema del paesaggio di montagna che sfocia nello splendido scenario del Tirreno; ricordiamo che Maratea è detta “La perla del Tirreno” proprio per il suo paesaggio incantevole. Punto di forza è quindi questo connubio tra aree, ma è anche la capacità di una progettualità che va a coinvolgere le comunità e che dovrà far nascere iniziative culturali che coinvolgeranno il mondo della scuola e il mondo delle imprese in nuovi percorsi di innovazione.»
- Cosa significa questo per Moliterno?
Questo per Moliterno significa molto. Significa In primo luogo visibilità, possibilità di stare alla ribalta nazionale, grandi occasioni di nuove relazioni e quindi di nuove possibilità sul nostro territorio, e non ultimo poter interagire con dei partner importanti. Ad esempio, il nostro partner per la candidatura è Fondazione Mattei, mentre per Maratea è Fondazione Nitti (che hanno così lavorato insieme al dossier). Ora queste nuove relazioni si inseriscono sul nostro territorio e diventano punto di riferimento anche per i nostri studenti che hanno delle nuove occasioni di confronto e di dialogo. Ecco, questo non è un progetto che fa cadere qualcosa dall’alto, ma deve far accadere qualcosa dal basso. Devono essere le comunità ad interessarsi e far sì che queste nuove relazioni e nuove possibilità creino vere opportunità sul territorio.
- Dopo questo traguardo, quali sono i risultati attesi?
«Per il momento il risultato atteso è quello di poter vincere questa finale! Siamo nelle prime 10 e vogliamo vincere, però c’è anche un altro risultato più concreto: i progetti del dossier, che nei prossimi mesi saranno presentati, vorremmo anche iniziare a costruirli sul territorio. Quindi uno dei risultati attesi è proprio iniziare un nuovo cammino con Maratea, con gli altri comuni della Val d’Agri e provare a costruire nuove occasioni sul territorio. Per questo chiederemo anche alla Regione Basilicata di sostenere questo sforzo, così che nel nostro comune possano arrivare nuove risorse per poter sostenere questi progetti.»