INGREDIENTI
- 300 g di farina di grano tenero
- 80 g di zucchero
- 1 cucchiaio di miele
- 80 g di mandorle tostate e tritate
- 6 g di ammoniaca per dolci
- 50 g di cacao amaro in polvere
- 1 cucchiaino di cannella
- 1 arancia
- semi di 1 bacca di vaniglia
- succo di limone q.b.
Per la glassa:
- 4 piccole barrette di cioccolato fondente
- 3 cucchiaini di zucchero
- 1 bicchiere di acqua
- 2 cucchiai di cacao dolce
- 1 cucchiaio di cacao amaro
PREPARAZIONE
Mescolate su una spianatoia la farina, lo zucchero, le mandorle tostate e tritate, il cacao, il miele, la cannella, la vaniglia, la scorza di arancia grattugiata.
In un recipiente fate scogliere l’ammoniaca nel succo di limone (in alternativa nel latte) e versate nel composto con la farina. Impastate il tutto con dell’acqua tiepida.
Una volta ottenuto un impasto morbido e liscio lasciate riposare per circa mezz’ora. Stendete la sfoglia che dovrà essere spessa almeno 2 cm. Dall’impasto ricavate quindi dei dolcetti di forma romboidale lunghi circa 7-8 cm e larghi 4 cm.
Quindi infarinate e spolverizzate di zucchero una teglia, infornate e cuocete a 180° per 10-15 minuti circa.
Per la glassa unite gli ingredienti in una pentola e fate sciogliere per qualche minuto. Una volta che i biscotti si saranno raffreddati, con l’aiuto di un pennello ricopriteli di glassa su entrambe le facce.
CURIOSITÀ
Immancabili nelle festività lucane sono i mostaccioli, gustosissimi dolci caratterizzati da una croccante glassa esterna al cioccolato e da un impasto interno morbido e speziato. Questa ricetta ha origini molto antiche: era un piatto già diffuso nel mondo romano e familiare a molti autori, da Catone che lo ricorda nel “De agri cultura” fino a Cicerone che lo utilizza in senso figurato in un passo destinato a divenire proverbiale: «laureolam in mustaceo quaerere» dal significato di “cercare la gloria in facili imprese”.
Custodita nella cultura popolare di molte regioni italiane, la ricetta dei mostaccioli è stata tramandata nel tempo dalle massaie che ne hanno conservato la tradizione familiare, assicurando in molti casi l’utilizzo dell’ingrediente originale, il mosto (da cui il nome).